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LA CHIESA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA DI MARCIANISE NEL SETTECENTO


Dal volume Salvatore Delli Paoli, La chiesa della Santissima Annunziata di Marcianise nel Settecento, Fonti e studi per la storia di Marcianise e di Terra di Lavoro, Libritalia edizioni, Marcianise 2020.

PREMESSA
Nel momento in cui pubblico questo volume il mio pensiero va agli anni lontani della mia fanciullezza, passati per buona parte nei locali della chiesa dell’Annunziata di Marcianise destinati ad ospitare le frotte di giovani ragazzi che frequentavano l’Azione Cattolica negli anni ’50 fino ai primi anni ’60, sotto la guida amorevole di don Antonio Guerriero, primo parroco della chiesa. Soprattutto il cortiletto esterno rettangolare cui si accedeva dal lato di via Giovanni Tartaglione, circondato da alte mura che era il nostro campo di calcio con le porte disegnate direttamente sulle pareti dei due lati corti, o gli ambienti dalla volta bassa collocati direttamente dietro l’imponente sacrestia sul lato nord. Qui passavo le mie giornate tra partite di calcio o al tavolo di ping pong, qui leggevo il “Vittorioso”, il giornale ufficiale dell’A.C. e mi appassionavo alle avventure di Cocco Bill, disegnate da Jacovitti. Qui ho ascoltato pure gli insegnamenti religiosi e umani di don Antonio che parlava con tono dolce a noi ragazzi che lo ascoltavamo senza timore, ad onta della sua stazza possente. Qui ho imparato a servire la messa da chierichetto (“Introibo ad altare Dei…”) e anche a partecipare al gruppo che arricchiva la messa con il canto sempre in latino della varie parti (Kyrie, Gloria, Agnus Dei, Credo). Qui soprattutto ho imparato a conoscere e ad amare questa chiesa meravigliosa che con i suoi immensi spazi stimolava in noi lo spirito dell’avventura, soprattutto quando osavamo addentrarci nella scoperta dei luoghi più misteriosi, come la cripta sotterranea con la cosiddetta “Terra Santa”, ovvero il cimitero, e l’immensa soffitta. Anni ormai lontani nel ricordo e sempre cari al mio cuore, come l’immagine di questo sacerdote dall’altezza imponente e corpulento che sembrava come un don Bosco tra i suoi fanciulli.
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Nel contempo desidero altresì ricordare la figura di don Ciccio Del Bene, fondatore della Metanosud di Marcianise che alla chiesa dell’Annunziata era particolarmente legato al punto tale da ripristinare una antica tradizione che sembrava sempre più illanguidirsi soprattutto dopo la lunga chiusura subita dal tempio per i danni causati dal terremoto del 1980. La tradizione era quella della cosiddetta ultima benedizione, ovvero la celebrazione della messa in musica e della ninna nanna natalizia entrambe scritte dal maestro Luigi Salzano, che di don Ciccio era il nonno materno. Egli riprese questa tradizione che grazie al suo sostegno si è sempre continuata fino ai nostri giorni. Don Ciccio è stato un imprenditore illuminato e moderno: ha dato lavoro e servizi efficienti alla sua città, ma ha contribuito anche e notevolmente a sostenere le iniziative capaci di migliorarne l’aspetto culturale e lo sviluppo civile. I suoi figli Giuseppe, Raffaele e Luigi (ora alla guida della Metanosud) ne continuano la tradizione e non hanno interrotto il legame con la città dove operano appoggiando, sull’esempio del loro padre, le attività culturali più significative.
A loro esprimo la mia gratitudine per il contributo offertomi con spirito liberale, determinante per la pubblicazione di questo volume.

INTRODUZIONE
Dopo la pubblicazione del mio volume “Il Potere della Miseria. La Congregazione di Carità di Marcianise tra Ottocento e Novecento”, uscito nel 1998 e ristampato nel 2002, con il quale ho affrontato la storia della Congregazione di Carità di Marcianise dalla sua costitu-zione nel 1862 fino allo scioglimento nel 1981, inizio con “La Chiesa della Santissima Annunziata di Marcianise nel Settecento” a indagare la storia della Casa Santa della Annunziata nel periodo precedente, in pratica dalla fondazione nel XIV secolo fino a quando l’Ente, come tutte le istituzioni di beneficenza italiane, fu trasformato nella Congregazione di Carità con la promulgazione della legge del 3 agosto 1862 voluta dal nuovo governo del Regno d’Italia.
E inizio dedicando appunto questo volume all’opera più significativa realizzata dalla Casa Santa, la sua chiesa monumentale, naturalmente dedicata al mistero religioso della An-nunciazione di Maria Vergine, detta anche dell’A.G.P., ovvero dell’Ave Gratia Plena, che sono le parole pronunciate dall’angelo nunziante a Maria nel momento del saluto.
Sulla storia della chiesa dell’Annunziata di Marcianise sono uscite nel corso del tempo varie pubblicazioni, ma, mi permetto di dire, pressoché nessuna fondata su una ricerca attenta dei documenti come il presente volume, interamente basato sull’esame del carteggio esistente nell’archivio della Casa Santa, da me certosinamente indagato.
In verità quello che è possibile studiare di questa documentazione costituisce una parte davvero esigua del materiale una volta esistente e per buona parte disperso dopo il suo scioglimento nel 1981 e il trasloco di questi preziosi documenti in luoghi inadatti, senza vigilanza e per di più esposti alle intemperie.
Basti pensare che questo archivio, ammassato alla rinfusa in alcune stanze, senza infissi, addirittura presso il cimitero di Marcianise, senza alcun controllo specifico, è stato fatto oggetto di sottrazioni, mentre molti registri, fascicoli, opuscoli vari sono stati resi inservibili dalla umidità.
Solo in periodo relativamente recente queste carte hanno trovato una sistemazione se non definitiva, almeno meno precaria, nella sede della Biblioteca comunale, presso la quale è avvenuta buona parte della mia ricerca. Molte sono le novità in essa presente che chi avrà in mano questo libro avrà modo di scoprire man mano che procederà nella lettura. A questo volume farà seguito almeno un'altra pubblicazione che tratterà ulteriori aspetti della Casa Santa dell’Annunziata come quelli relativi all’amministrazione e al patrimonio; alla gestione finanziaria, alle inchieste e agli addebiti agli amministratori; alle opere di assistenza della Casa Santa: l’ospedale, i maritaggi, l’assistenza ai bambini esposti, le elemosine; alle cosiddette cappelle (Fabbrica di San Giuliano, Fabbrica di San Simeone, San Carlo e Monte dei Morti, San Giovanni Battista, Santa Maria del Suffragio, Santa Maria delle Grazie, Santissimo Corpo di Cristo, Fabbrica di San Michele) e al Monte dei Pegni. Mi auguro di avere la forza e il tempo di portare a termine l’intero progetto e con l’aiuto del Signore ci proverò. Salvatore Delli Paoli
Ottobre 2020
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