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San Michele Arcangelo e Marcianise


L’otto maggio Marcianise celebra il suo santo patrono l’arcangelo Michele nel giorno che non è quello fissato dal calendario liturgico (29 settembre), ma quello della sua prima apparizione sul Monte Gargano. Per chiarire tale apparente incongruenza può essere utile questo articolo apparso su “Il Mattino” l’8.5.2004, che ora si può trovare in Salvatore Delli Paoli, Marcianise e Terra di Lavoro. La vita culturale e sociale, Fonti e studi per la storia di Marcianise e di Terra di Lavoro, Marcianise 2018, p. 288
DUE FESTE PER SAN MICHELE La festa di San Michele Arcangelo, che si celebra l’otto maggio a Marcianise, città di cui il santo è patrono, racchiude insieme alle motivazioni religiose legate al culto dell’arcangelo, anche delle giustificazioni storiche che interessano, tra l’altro, l’intero territorio di Terra di Lavoro, dove il culto micaelico è particolarmente diffuso, anzi il più diffuso.
Una statistica pubblicata dalla Soprintendenza ai beni artistici di Caserta, censisce, infatti, nel territorio casertano la presenza di otto grotte, sedi di antiche chiese paleocristiane, e di ben trentatré templi disseminati nell'intero territorio e dedicati all'arcangelo guerriero. Si sa che nelle tradizioni religiose si mescolano antichi echi, che s’intrecciano in nuove associazioni mentali e culturali di cui, molto spesso, si perde il ricordo. In particolare a Marcianise questa tradizione religiosa presenta, tra l’altro, la particolarità, di vedere il santo celebrato due volte nell'anno, l’otto maggio appunto e il 29 settembre, che è il giorno ufficiale della sua festa, secondo il calendario liturgico cattolico.
Per di più a Marcianise la festa del santo a maggio si connetteva anche ad una altrettanto antica tradizione che vedeva la processione doppia di due santi, San Michele, appunto, e Santa Venera. Per essere precisi, in questo giorno il santo "riportava" nel Duomo la statua di Santa Venera che dal venerdì in Albis sostava nell'omonima chiesetta sulle rive dei Lagni. Ormai questa tradizione della processione con la statua dei due santi è solo un ricordo dei più anziani, mentre persiste tuttora quella della celebrazione del patrono nella data dell’otto maggio.
Se difficile appare rintracciare il senso antico della processione doppia, più chiara appare, anche se poco nota, la spiegazione in ordine al giorno della sua festa a maggio, che va sicuramente ricondotta all'uso dei Longobardi (in Italia dal 568 e al sud alla fine del VI secolo) di celebrare il Santo, divenuto loro protettore, nel giorno della sua prima apparizione nel 492 sul monte Gargano, dove il vescovo di Siponto aveva fatto costruire, in una grotta, il santuario di Monte Sant'Angelo divenuto uno dei luoghi santi più importanti dell’occidente cristiano, meta di pellegrinaggi, allo stesso modo di Santiago di Compostela.
Lo conferma Erchemperto, lo storico della cosiddetta Langobardia minor (per distinguerla da quella maior che coincide in pratica con l'Italia settentrionale), che nella sua "Historia Langobardorum Beneventanorum" indica proprio nell'otto maggio la festa dell’Arcangelo, da parte di Longobardi del sud, che quindi si limitarono ad aggiungere anche il 29 settembre, dopo la loro conversione dall'iniziale arianesimo.
Tale doppia celebrazione (a maggio e a settembre) è attestata nelle carte capuane in tutto il territorio della Terra di Lavoro ancora per tutta l’epoca sveva (come ha dimostrato Giancarlo Bova con i suoi eccellenti studi sulle pergamene di Capua) e a Marcianise, più che altrove, la celebrazione di maggio ha resistito in maniera particolare, forse proprio per il collegamento della festa di San Michele con quella di Santa Venera. Salvatore Delli Paoli

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