Riporto l'introduzione, il frontespizio e l'indice generale del volume.
INTRODUZIONE
Questo libro chiude idealmente il ciclo delle opere da me finora dedicate al
tema della Casa Santa dell’Annunziata di Marcianise. Esso inizia dal “Potere
della Miseria. La Congregazione di Carità di Marcianise tra Ottocento e Novecento”,
il volume, uscito nel 1998 e ristampato nel 2002, che ha illustrato le
vicende della Casa Santa dal momento in cui perse questa denominazione e
acquistò quello di Congregazione di Carità di Marcianise (foto 1).
Ciò avvenne nel 1862, poco dopo il raggiungimento dell’unità d’Italia, quando
l’Italia monarchica volle dare un disegno unitario e nazionale all’insieme delle
opere pie e di beneficenza diffuse in tutto il paese.
Questa mia opera ebbe un
successo rilevante e rivelò una storia di gloria e miseria nello stesso tempo,
dipanando il groviglio di interessi formatosi nella gestione di un potere che amministrava un patrimonio rilevante, diventato ancora più consistente a seguito
della munifica donazione fatta a suo favore dal canonico Giovan Battista Novelli.
Questi alla sua morte (1881) lasciò in eredità alla Congregazione di Carità
buona parte dei suoi beni mobili ed immobili, legandoli al potenziamento delle
opere di beneficenza e di assistenza già presenti, insieme ad altre che servissero
ad alleviare la miseria del cittadino indigente di Marcianise.
Per “Il Potere della Miseria” mi sono prevalentemente servito dei documenti
presenti nell’Archivio di Stato di Caserta, essendo in pratica impossibile solamente
accedere all’archivio storico della Congregazione di Carità di Marcianise
(ex Casa Santa), allora custodito (si fa per dire) addirittura in alcuni locali del
cimitero di Marcianise, triste destino di un archivio tenuto in ordine almeno fino
al 1981, quando la Congregazione di Carità, nel frattempo divenuta Opere Pie
Raggruppate, fu sciolta per dissennata scelta del governo in quanto inserita
nel novero degli enti inutili.
Dopo qualche ricovero di fortuna la sosta presso il cimitero di Marcianise diede
il colpo di grazia a questo archivio: le carte dell’ente, ammassate in tre stanze
che avrebbero dovuto essere l’alloggio del custode (mai usato), in realtà erano
da tempo abbandonate in questi locali senza infissi alle finestre, con un tetto
che lasciava penetrare l’acqua piovana e pressoché del tutto senza alcuna vigilanza
sono state fatte oggetto dell’oltraggio delle intemperie, del clima e soprattutto
della dilapidazione dovute ai saccheggi causati dai tanti che del tutto
liberamente si appropriavano di registri, diplomi, fascicoli e quant’altro.
Per fortuna, prima che i documenti venissero trasferiti al cimitero, qualche persona
di buona volontà e di cultura aveva provveduto a salvare qualcosa: è il
caso di Pietro Zinzi che recuperò da un mucchio di carte giacente ancora nei
locali di piazza Carità aperti a tutti le 56 pergamene da lui rinvenute e che mi
consegnò perché fossero custodite nella cassaforte della presidenza del Liceo
Scientifico, Federico Quercia, ove in effetti rimasero conservate finché non potettero
essere trasferite in sicurezza nella biblioteca comunale di Marcianise.
Dal cimitero, intanto, ove questo archivio rimase fino al 1995, grazie ad un
concorso di volontariato dovuto ad alunni e docenti del Liceo Scientifico “Quercia”,
quanto restava dell’archivio dopo le dilapidazioni e le sottrazioni, ma anche
i degradi dovuti alla offese degli agenti atmosferici e all’umidità, fu trasferito
nella sede dell’ex carcere mandamentale in via Lucarelli a Marcianise, presso
cui nel corso del tempo fu organizzato un progetto favorito dall’amministrazione
comunale guidata da Filippo Fecondo (sindaco di Marcianise dal 2001 al
2009), che ha consentito a giovani studenti e laureati in Conservazione dei
Beni Culturali di iniziare una parziale opera di catalogazione delle carte e dei
registri. Quando però questi locali di via Lucarelli furono fatti oggetto di lavori
di ristrutturazione l’archivio fu ancora trasferito stavolta presso la biblioteca comunale,
dove tuttora si trova (foto 2).
In realtà la catalogazione ha interessato finora solo il settore relativo al secolo
XVIII, mentre tutto il resto è ancora da risistemare.
La parte settecentesca, di cui mi sono servito per questo studio, è costituita
dalla platea (un volume manoscritto di 503 fogli numerati solo sul diritto e quindi per un totale di 1006 pagine) pubblicata nel 1722.
A questo testo vanno aggiunti i registri da me consultati scrupolosamente in un lavoro iniziato nel 2013 e protrattosi per anni.
Si tratta dei 73 registri relativi alla Casa Santa dell’Annunziata e Agp (Ave Gratia Plena) che vanno dal 1739 al 1793-94. Essi
(come anche tutti gli altri successivi) presentano dei vuoti nella continuità temporale nel senso che non tutti gli anni del secolo sono coperti né per ogni anno sono presenti tutti i registri prodotti dall’ente. Altre lacune sono determinate dalle loro condizioni di conservazione che li rendono non sempre leggibili.
A questi registri relativi al fondo più cospicuo vanno aggiunti quelli relativi al
Monte di Misericordia di Marcianise, un ente fondato nel 1564, che prestava,
senza alcun interesse, denaro su pegno, del quale sono presenti in archivio 24
registri che variano dal 1717 fino al 1839: un fondo molto modesto che raccoglie
solo una parte abbastanza esigua della storia di questa istituzione. Va
detto, però, che buona parte dell’archivio del Monte era custodito nella sede di
via Duomo ed è purtroppo andato disperso. Si sono salvati in parte solo questi
registri confluiti presso la sede della Casa Santa dell’Annunziata probabilmente
con l’unificazione degli enti di beneficenza e assistenza presenti a Marcianise
intervenuta con le riforme introdotte durante il cosiddetto decennio francese
dal re Giuseppe Bonaparte (1806-1808) e dal suo successore Gioacchino Murat
(1808-1815).
Unitamente ai registri del Monte di Misericordia di Marcianise sono presenti e
sono stati accuratamente consultati quelli relativi alle cosiddette Cappelle e
Confraternite, istituzioni pie laicali, legate alla Casa Santa o perché direttamente
fondate ad iniziativa dell’Agp (Ave Gratia Plena, l’acronimo usato come
sinonimo della Casa Santa e che fa riferimento alle parole usate dall’angelo
messaggero nel salutare Maria) o con il suo determinante contributo economico.
Lo si evince dal fatto che alcune di queste cappelle o confraternite si
ritrovano in edifici sacri la cui amministrazione era demandata ad enti (sempre
laici) che prendevano il nome di “Fabbriche”, come nel caso del duomo di Marcianise,
presso cui esisteva la fabbrica di San Michele Arcangelo, che gestiva
la manutenzione in pratica dell’intera chiesa, tranne delle parti di proprietà delle
confraternite o di singoli privati cui era stato concesso lo “ius” ovvero il titolo di
proprietà (insieme a quello di sepoltura) su altari costruiti a loro spese.
Sono stati quindi accuratamente esaminati i registri relativi alla cappella del
Corpo di Cristo eretta nella chiesa di San Michele Arcangelo, con la corrispondente
confraternita e la fabbrica di San Michele. Nel dettaglio i registri relativi
alla cappella del Corpo di Cristo (o Corpus Domini) sono 26 e vanno dal 1748-
49 al 1779-1806, mentre quelli della fabbrica sono 10 (dal 1769-70 al 1794-
95).
Con lo stesso metodo si è proceduto nell’esame dei registri relativi alla chiesa
di San Carlo e alla confraternita del Monte dei Morti eretta al suo interno (31
registri dal 1747-48 al 1798-99); alla cappella di Santa Maria del Suffragio,
eretta all’interno della chiesa di San Giuliano Martire (37 registri dal 1741-42 al
1792-93) e alla fabbrica di San Giuliano Martire (13 registri dal 1764-65 al
1798-99); alla cappella di San Giovanni Battista eretta nella chiesa della Santissima
Annunziata (36 registri dal 1756-57 al 1797-98); alla chiesa di Santa
Maria delle Grazie (20 registri dal 1748 al 1798-99); alla chiesa di San Simeone
Profeta e fabbrica (8 registri dal 1752-53 al 1798-99).
In conclusione con la platea sono stati esaminati tutti i registri manoscritti relativi
al Settecento presenti nell’archivio della Casa Santa custoditi presso la biblioteca
comunale “Gaetano Andrisani” di Marcianise nel numero totale di 249.
Un corpus, benché lacunoso per i motivi esposti in precedenza, di tutto rilevo
capace di fornire un quadro definito e articolato di un insieme di enti raccolti
sotto la dicitura di “Luoghi Pii Laicali di Marcianise” che hanno inciso con notevole
rilevanza sulla vita religiosa, civile e sociale della città contribuendo non
poco a determinarne le cadenze storiche e le identità collettive. Si tratta di ben
undici istituzioni di questo tipo, nate quasi tutte con il concorso della Casa
Santa e che cooperavano con essa nelle opere di beneficenza e di assistenza.
Da una prima analisi di tale corpus è nato il mio secondo volume dedicato alla
Casa Santa frutto di una selezione di documenti relativi alla chiesa dell’Annunziata,
che mi ha consentito di ricostruire una storia della chiesa pressoché sconosciuta.
Il mio libro “La Chiesa della Santissima Annunziata di Marcianise nel
Settecento”, uscito nel 2020, reca una miriade di notizie e informazioni legate
alla chiesa e al suo stupendo corredo pittorico e decorativo minuziosamente
documentato (foto 3).
Risolve inoltre errate attribuzioni come nel caso dell’altare maggiore, finora assegnato
a Filippo Raguzzini, mentre il realtà è un’opera composita alla quale
hanno collaborato nel 1703 Gennaro Raguzzini, Giacomo Colombo, Ferdinando
de Ferdinando. Chiarisce l’apporto offerto da Marco Maffei alla diffusione
del culto della Madonna del Rosario, ma soprattutto ricostruisce l’insieme
delle opere di ampliamento della monumentale chiesa con la costruzione di
due nuovi cappelloni, la riduzione dei due precedenti e la creazione ex novo
della sagrestia, della cripta cimiteriale oltre che di 12 cappelle laterali create
(sei per parte) nella navata di destra e di sinistra. La chiesa della Santissima
Annunziata di Marcianise è l’opera più bella della Casa Santa per la quale
l’ente non ha lesinato sulle spese costruendo nel tempo un monumento di arte,
di cultura e bellezza che costituisce tuttora un uno stupendo esempio della
civiltà di un intero territorio, espressione visibile dell’attività solidaristica che era
alla base del profondo spirito religioso di questa città.
Marcianise nel Settecento era casale di Capua e si reggeva amministrativamente
su una sorta di consiglio comunale (uomini del reggimento o decurioni)
costituito da 21 rappresentanti eletti ogni tre anni in numero di tre da ognuna
delle sette piazze in cui era divisa la città. Ad eleggerli erano i capifuoco (ovvero
capifamiglia) che pagassero la tassa detta di focatico. Questi 21 eleggevano
a loro volta l’esecutivo costituito da un sindaco e due eletti. A Marcianise
i capifuoco che votavano erano nel 1766 appena 603 che su di una popolazione
di 5500 abitanti è infatti pari a circa l’11 per cento. E’ questo il ceto dirigente
che faceva il bello e cattivo tempo all’interno della rappresentanza del
comune (università) e soprattutto nella nomina dei governatori (o economi)
della Casa Santa e di tutti gli altri luoghi pii. La loro esistenza inoltre penetrava
profondamente l’assetto della società marcianisana del Settecento, condizionando
la vita dei suoi abitanti, il cui numero era relativamente modesto. Durante
il Settecento infatti la popolazione di Marcianise oscillò tra i cinquemila
(inizio secolo) e i seimila (fine secolo) abitanti. All’interno di questo corpus di
popolazione si delinearono ben presto i gruppi sociali direttivi caratterizzati
dalle classi che gestivano questi enti, una sorta di consorteria caratterizzata
dal potere agrario (i massari) direttamente posseduto o per la maggior parte
gestito tramite il fitto dei terreni di proprietà della Casa Santa. A costoro si aggiungevano
gli esponenti del mondo delle professioni, soprattutto medici e notai,
e il clero. In questo ambito sociale infatti si scambiava la rappresentanza
gestionale di questi istituti tutti elettivi con una rotazione che implicava una
sorta di connivenza reciproca tale da condividere gli incarichi con ripetuti
scambi tra chi gestiva e chi vigilava.
Una situazione al limite della legalità che non poteva non allarmare, tanto che
nel 1768-69, il re Ferdinando IV incaricò il governatore della città di Capua il
cavaliere Carlo Paoletti (ricordo che Marcianise in quanto casale di Capua dipendeva
direttamente dal governatore di Capua che soprintendeva agli enti
amministrativi e ai luoghi pii laicali), ad intervenire direttamente sugli amministratori
riportando all’ordine questi istituti, richiamati ad una corretta gestione
finanziaria dei propri bilanci.
E non si trattava di somme modeste, vista l’entità del patrimonio che solo per
la Casa Santa consentiva di fare assegnamento su introiti annuali che negli
undici anni 1780 – 1790 oscillavano da un minino di 12.884,46 ducati fino ad
un massimo di 26.416,57 per una media di oltre 17 mila ducati all’anno (all’incirca
900.000 euro di adesso), in buona parte introitati dal fitto dei terreni e
degli immobili, ma anche dalle attività commerciali e da quelle più specificamente
finanziarie dovute ai prestiti di somme, anche di notevole entità, con
interesse mediamente del quattro per cento.
Allorquando però Carlo Paoletti iniziò la sua inchiesta sullo stato della Casa
Santa e degli altri luoghi pii di Marcianise si accorse ben presto che gli incassi
erano di gran lunga inferiori a quanto avrebbero dovuto essere e questo a
causa dei mancati introiti dovuti a ritardi, “abbuoni” del tutto illegali e favoritismi
di varia natura che duravano da decenni, per cui decise di ordinare una radicale
indagine, minuziosa fino al minimo dettaglio, che partisse addirittura dal 1740,
ovvero da quando era entrato in vigore il nuovo concordato, del tutto disapplicato
dalla superficialità con la quale venivano effettuati i controlli da parte dei
due “razionali” ovvero diremmo adesso revisori dei conti i quali procedevano a
verifiche puramente formali dei bilanci annuali. Questi venivano nominati rispettivamente
dall’università (quello laico) e dal vescovo (quello religioso). A
quest’ultimo proposito va chiarito che la città di Marcianise era divisa fin dal
1113 nelle due diocesi di Capua (a cui apparteneva la Casa Santa e gli altri
enti la cui sede ricadeva nel vastissimo territorio che si estendeva, grosso
modo, da est fino all’estremo ovest lungo l’asse costituito da via Madonna della
Libera, via Giulio Foglia –“Carzano”-, via Santoro, via Grillo, via Salzano,
Piazza Carità (fino al trivio Croce) e di Caserta, comprendente il territorio a
nord (zona “Pagnani” e San Simeone) e a sud (San Giuliano –“Puzzaniello”-,
Loriano e Trentola). In verità, soprattutto da quando erano cominciati i controlli
l’arcivescovo di Capua Michele Capece Galeota, chiamato a nominare il razionale
destinato ad esaminare i conti della Casa Santa, evitava sistematicamente
la nomina, quasi sempre ricaduta per il passato sulle spalle di qualche
canonico del capitolo di San Michele Arcangelo. Evidentemente si voleva fare
in modo di evitare che la chiesa capuana fosse chiamata alla corresponsabilità
nella gestione del malaffare che veniva fuori in maniera sempre più evidente.
Gli amministratori e i razionali infatti vennero chiamati a rendere conto del loro
operato e per quelli che erano nel frattempo defunti vennero chiamati i loro
eredi. A Marcianise si diffuse il terrore.
L’incaricato di Paoletti, Giosuè Salvati, si insediò presso il convento dei francescani
per istruire le varie cause che nascevano a fiotti man mano che procedeva
al riesame dei bilanci. A Marcianise Salvati restò per ben quattro anni
dal 1768 al 1772 e la sua opera fu davvero massacrante, il suo esame del tutto
rigoroso, sostanzialmente imparziale. Fu una novità che sconvolse vecchie deleterie
abitudini e soprattutto convinse della necessità di una gestione più corretta.
Al termine di questo oneroso lavoro le amministrazioni furono ripulite e
soprattutto obbligate a procedere secondo “Nuove Istruzioni” elaborate dal soprintendente
Paoletti che tesero essenzialmente a togliere dalle mani degli amministratori
locali la gestione del denaro lasciandolo al governo di un tesoriere
nominato direttamente dal soprintendente e scelto tra i funzionari della Reale
Camera di Santa Chiara. Per di più Paoletti dispose che qualunque movimento
finanziario interno avvenisse attraverso le banche, eliminando in tal modo giacenze
di cassa in loco. La banca prescelta era quasi sempre il Banco dei Poveri
di Capua.
Bastò questo per riportare ordine nel sistema truffaldino messo in essere nelle
amministrazioni degli enti pii di Marcianise, rimuovendo in pratica tutte quelle
persone che l’amicizia, la parentela e la connivenza nel far valere l’interesse
privato su quello pubblico avevano portato a favorire una gestione fraudolenta
dell’amministrazione.
Tale repulisti del malaffare portò in pochi anni al recupero sostanzioso, sebbene
parziale, di quanto frodato e alla regolazione del meccanismo degli introiti
che consentirono alla Casa Santa forti investimenti. Essi riguardarono la chiesa
della Santissima Annunziata completamente ristrutturata ed ampliata, nonché
abbellita da un intervento pittorico e decorativo di straordinaria importanza e
bellezza. A ciò corrispose il potenziamento delle sue opere assistenziali, a partire
dall’ospedale completamente ristrutturato e ampliato. A questo interesse
diciamo prevalente e primario, in relazione alla missione dell’ente, si aggiunse
la piena disponibilità che la Casa Santa dell’Annunziata mostrava per il miglioramento
della condizioni di vita della intera collettività di Marcianise, attraverso
il finanziamento di importanti opere strutturali, create ex novo. E’ il caso della
“Casa dello Scannaggio” ovvero il primo macello pubblico nato su esplicita richiesta
dell’Università di Marcianise che la Casa Santa costruì in località “Felici”
su proprio suolo nel 1785, uno dei primi macelli nati nel Settecento che ne
anticipò la diffusione iniziata in Italia solo nell’Ottocento. Esso costò la somma
di circa 300 ducati e portò il beneficio igienico di evitare le macellazioni di animali
che avvenivano addirittura nelle strade. L’impegno pubblico più significativo
fu, però, quello relativo alla viabilità volto al miglioramento e alla costruzione
di nuove strade imposte dalla modifica dell’assetto tradizionale dei percorsi
viari dovuta all’apertura della nuova strada per Caserta divenuta preminente
con la costruzione della reggia.
In verità un primo importante contributo in questo settore la Casa Santa lo
aveva fornito già nel biennio 1747-1748, ben prima quindi della posa della
prima pietra della reggia (1752) e riguardò un generale piano di manutenzione
straordinaria delle strade cittadine finanziato grazie al contributo determinante
della Casa Santa di AGP che fornì all’università di Marcianise la somma di ben
1.492 ducati per tale esigenza. Fu, a quanto risulta dai documenti, il primo radicale
intervento che consentì per buona parte di lastricare le strade del centro
storico di Marcianise. Ancora più importante l’impegno assunto dall’AGP per la
costruzione della nuova strada delle “Cacce del Carbone”, richiesta direttamente
dal cav. Lorenzo Maria Neroni, soprintendente dello Stato di Caserta e
allora impegnato nella gestione del cantiere della Reggia di Caserta. Tale richiesta
venne avanzata nel luglio del 1752, a pochi mesi dall’inizio dei lavori
del palazzo reale, cominciati il 20 gennaio 1752 con la posa della prima pietra
nel giorno del compleanno di re Carlo. Neroni per conto del re Carlo di Borbone
cercava dei luoghi prossimi alla nuova reggia per consentire al sovrano, di cui
era nota la passione per la caccia, di dedicarsi in maniera agevole al suo passatempo
preferito. La macchia boschiva presente nella zona del “Lagno Carbone”
si prestava in maniera egregia a tale necessità. Per accedervi però era
necessario costruire (o forse migliorare) il sentiero esistente per renderlo percorribile
anche con le carrozze. I terreni su cui già passava il vecchio percorso
e avrebbe dovuto passare la nuova strada erano appunto di proprietà dell’Agp
e riguardavano in particolare i fondi in località “San Martino”, “San Marcellino”,
“Cupa di Vaira”, “Padulicella” e “Castagna. Inutile dire che l’ordine di Neroni e
quindi del re fu immediatamente raccolto e nel giro di pochi mesi (da ottobre a
dicembre) la nuova strada fu praticamente realizzata.
A modificare però la rete viaria marcianisana fu la costruzione della nuova
strada che da Napoli portava a Caserta, progettata da Luigi Vanvitelli come
accesso maestoso alla reggia. Questa partiva dal “Torrino dei Foglia”, una costruzione
di probabile uso militare, credo una torre di avvistamento di epoca
aragonese probabilmente collegata al castello di Loriano, non distante
anch’esso costruito nello stesso periodo, scelleratamente demolita per consentire
la costruzione del parcheggio del centro commerciale Campania di
Marcianise, e con andamento diretto e in asse raggiungeva l’ingresso centrale
della Reggia.
Il viale pensato con una arteria centrale e due laterali fiancheggiate da olmi (i
cosiddetti galoppatoi) non verrà mai realizzato nella sua interezza e soltanto
circa un secolo dopo Ferdinando II di Borbone diede vita ad un progetto più
ridotto che partiva dalla “Rotonda di San Nicola la Strada”.
Al 1768-69, quando ancora del vialone erano presenti solo gli olmi fatti mettere
a dimora da Luigi Vanvitelli, a Marcianise si pensò bene di sistemare, realizzando
una strada percorribile anche con carrozze, la vecchia strada che dai
“Felici” (secondo tratto, attuale via Misericordia) tagliava per l’attuale via della
pace (cimitero) e passando per “Groja” immetteva sulla strada Caserta-Napoli.
Questo pare essere il percorso seguito come è evidente anche dalla mappa
Rizzi Zannoni del 1784, dove si individua il predetto tracciato. Progettista e
direttore dei lavori fu l’ingegnere Francesco Gasperi, impegnato successivamente
anche nei lavori di ampliamento della chiesa dell’Annunziata, che nel
gennaio 1769 fece un primo calcolo della spesa pari a 400 ducati, poi ascesa
a oltre 500 ducati nel consuntivo finale. Anche in questo caso la Casa Santa di
AGP contribuì in maniera sensibile insieme alle sue cappelle ad alleggerire la
spesa per l’università di Marcianise.
Una seconda strada per Caserta e Napoli, fatta di “basoli e brecciame”, di cui
progettista e direttore dei lavori fu l’architetto e ingegnere Gaetano Barba, fu
realizzata sempre a spese dei Luoghi Pii Laicali di Marcianise a partire dal
1781. Questa partiva dalla via di “Carzano” (oggi via Giulio Foglia), raggiungeva
la chiesetta della Madonna della Libera, da lì si dirigeva a sud ricollegandosi
a quella precedente.
In verità va chiarito che prima dell’apertura di queste nuove strada, la via naturale
per raggiungere Caserta (in verità il villaggio “Torre”) era quella per Capodrise
e Recale, mentre per andare a Napoli si percorreva la strada di Casapuzzano,
ovvero facendo in parte il percorso della antica via Atellana e proseguendo
da Succivo in direzione Napoli. L’apertura, finalmente della nuova
strada reale negli anni 1837-1838, con la riduzione, come detto sopra, del primitivo
progetto solo al tratto San Nicola La Strada - Caserta, spinse i Marcianisani,
penso intorno al 1840 ad aprire una nuova strada per Caserta che dalla
chiesetta della Madonna della Libera, passando per l’attuale via Mattarella,
giungeva al presente incrocio con via Evangelista e da qui per via Santella si
collegava al “vialone”. Questa strada, sensibilmente più breve di quella settecentesca,
risulta tracciata nella mappa topografica di Marcianise del 1854.
Il peso però esercitato dalla Casa Santa con le sue opere così ramificate e
diffuse fu sicuramente maggiore nell’ambito assistenziale costituendo una presenza
ineludibile nella fisionomia culturale e sociale della cittadina. Essa
svolse una funzione quasi da moderno stato sociale offrendo servizi nell’ambito
della sanità, dell’assistenza all’infanzia e di sostegno della vecchiaia, di aiuto
economico con la presenza del “Monte della Misericordia” che forniva prestiti
su pegno destinati prevalentemente alla fascia bassa della popolazione, mentre
per la classe più abbiente erano facilmente accessibili prestiti ad interessi
accettabili tramite la stessa Casa Santa o gli altri enti e cappelle. In pratica il
cittadino di Marcianise si sentiva in qualche maniera non abbandonato godendo
tra l’altro di ulteriori forme di assistenza come i maritaggi e le periodiche
distribuzioni di elemosine coincidenti con le festività maggiori della chiesa e
poteva sempre ricorrere in occasione di incidenti o calamità straordinarie al
sostegno dell’Agp.
Salvatore Delli Paoli
Gennaio 2024
FRONTESPIZIO
I N D I C E G E N E R A L E
INTRODUZIONE
ILLUSTRAZIONI
Foto da 1 a 6
CAPITOLO PRIMO
CASA SANTA DELL’ANNUNZIATA DI MARCIANISE.
AMMINISTRAZIONE, PATRIMONIO, GESTIONE.
1.1. Amministrazione della Casa Santa dell’Annunziata
di Marcianise.
1.2. I governatori della Casa Santa dell’Annunziata
di Marcianise
1.3. Patrimonio della Casa Santa dell’Annunziata
di Marcianise
1.3.1. Beni immobili
1.3.2. Nuovi immobili
1.3.2.1. Nuovo granaio
1.3.2.2. “Casa dello scannaggio” o macello
1.3.2.3. Archivio
1.4.1. Il patrimonio fondiario
1.4.2. Il lagno Farro
1.4.3. Airola, Loriano e Trentola
1.5. Opere pubbliche e altre attività finanziate con il contributo
determinante della Casa Santa
1.5.1. Convento dei Frati Alcantarini e chiesa di San Francesco
1.5.2. Riparazione e costruzione di nuove strade a Marcianise
1.6. Affari diversi: Fondazione confraternita di San Gennaro -
Prestito all’Università per la peste di Messina - Sacra
Rappresentazione di San Giovanni Battista
1.6.1. Confraternita di San Gennaro
1.6.2. Peste di Messina
1.6.3. Sacra rappresentazione sulla vita di San Giovanni
Battista
1.6.4. Fontana con i delfini in piazza Mercato (attuale
piazza Umberto I)
ILLUSTRAZIONI AL CAPITOLO PRIMO
Foto da 7 a 31
NOTE AL CAPITOLO PRIMO
CAPITOLO SECONDO
LA CASA SANTA DELL’ANNUNZIATA DI MARCIANISE:
GESTIONI FINANZIARIE – INCHIESTE – ADDEBITI AGLI
AMMINISTRATORI PER DISTRAZIONE DI FONDI – LE
NUOVE ISTRUZIONI DI CARLO PAOLETTI
2.1. Gestioni finanziarie
2.2. Carlo Paoletti soprintendente e delegato
ai Luoghi Pii di Marcianise
2.3. Revisione dei conti e inchiesta sui bilanci degli anni
1758-59 e 1759-60
2.3.1. Il bilancio relativo all’anno 1758-59
2.3.2. Il bilancio relativo all’anno 1759-60
2.3.3. La difesa degli inquisiti
2.4. Altre revisioni
2.5. Ultime revisioni prima delle “Nuove Istruzioni”
2.6. Le “Nuove Istruzioni”
ILLUSTRAZIONI AL CAPITOLO SECONDO
Foto da 32 a 35
NOTE AL CAPITOLO SECONDO
CAPITOLO TERZO
LE OPERE DELLA CASA SANTA DELL’ANNUNZIATA
DI MARCIANISE
3.1. Ospedale
3.2. Esposti e nutrici
3.3. Maritaggi
3.4. Elemosine
ILLUSTRAZIONI AL CAPITOLO TERZO
Foto da 36 a 43
NOTE AL CAPITOLO TERZO
CAPITOLO QUARTO
IL MONTE DI MISERICORDIA DI MARCIANISE NEL
SETTECENTO
4.1. Le origini
4.2. Il palazzo del Monte di Misericordia
4.3. La cappella del Monte di Misericordia e la vita religiosa
della Confraternita del Monte
4.4. L’amministrazione del Monte di Misericordia di Marcianise
4.5. Patrimonio e bilanci del Monte di Misericordia di
Marcianise
4.6. Gestione dei pegni
4.7. Attività caritativa e di beneficenza del Monte di
Misericordia di Marcianise
ILLUSTRAZIONI AL CAPITOLO QUARTO
Foto da 44 a 92
NOTE AL CAPITOLO QUARTO
CAPITOLO QUINTO
CAPPELLE, CONFRATERNITE E FABBRICHE
5.1. CAPPELLA DI SAN GIOVANNI BATTISTA NELLA CHIESA
DELLA SS. ANNUNZIATA DI MARCIANISE
5.1.1. Patrimonio, amministrazione, bilanci, governatori
della cappella di San Giovanni Battista nella chiesa della
Santissima Annunziata di Marcianise
5.1.2. Governatori o economi della cappella di
San Giovanni Battista
5.1.3. L’attività di beneficenza e il contributo della
cappella di San Giovanni alle opere caritative destinate
ai poveri di Marcianise
5.2. LA CAPPELLA DEL SANTISSIMO CORPO DI CRISTO
E LA FABBRICA DELLA COLLEGIATA DI SAN MICHELE
ARCANGELO DI MARCIANISE
5.2.1. Cappella del Santissimo Corpo di Cristo
5.2.2. Fabbrica della Collegiata di San Michele Arcangelo
- Duomo di Marcianise
5.3. CHIESA DI SAN CARLO E MONTE DEI MORTI
5.3.1. Attività della confraternita del Monte dei Morti
5.4. CHIESA E CONFRATERNITA DI SANTA MARIA
DELLE GRAZIE
5.4.1. Elenco degli amministratori (governatori, economi)
della chiesa e confraternita di Santa Maria delle
Grazie nel Settecento
5.5. LA CONFRATERNITA DI SANTA MARIA DEL
SUFFRAGIO DETTA ANCHE PURGATORIO DI
PUZZANELLO E LA FABBRICA DI SAN GIULIANO
5.5.1. La confraternita di Santa Maria del Suffragio
5.5.2. Fabbrica di San Giuliano Martire
5.6. LA FABBRICA DELLA CHIESA DI SAN SIMEONE
PROFETA DI MARCIANISE
ILLUSTRAZIONI AL CAPITOLO QUINTO
Foto da 93 a 201
NOTE AL CAPITOLO QUINTO
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEI NOMI
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
INDICE GENERALE
Tratto da Salvatore Delli Paoli, CARITA', RELIGIONE E POTERE A MARCIANISE NEL SETTECENTO. Casa Santa dell'Annunziata, Monte di Misericordia, Cappelle, Confraternite e Fabbriche, Fonti e Studi per la Storia di Marcianise e di Terra di Lavoro, Marcianise 2024, Libritalia.net Edizioni. (Volume di 668 pagine, di 879 note e 201 foto).
Il volume è disponibile presso la LIBRERIA GIONTI Via Grillo Marcianise e presso l'EDICOLA LAURENZA - MEZZACAPO Viale della Vittoria Marcianise.
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