Pubblico il capitolo quarto del mio volume Salvatore Delli Paoli, Il Duomo di Marcianise, Napoli 1982, pp. 69-83, interamente dedicato alla storia del Crocefisso di Marcianise.
**************

Un posto a parte nella storia del duomo di Marcianise merita il culto particolare e tenace in onore del Santissimo Crocefisso, che ha origini abbastanza antiche, come è testimoniato, tra l'altro, dall'esistenza nel tempio, prima della ristrutturazione ottocentesca, di una serie piuttosto consistente di altari dedicati al Crocefisso con quadri o sculture raffiguranti appunto la crocifissione o momenti ed episodi legati a questo fondamentale mistero della fede, così come si è potuto notare nella descrizione fattane nelle pagine precedenti. (138)
Ma a partire dai primi anni del '700 questa devozione trovò il suo centro di culto e di pratica con la erezione dell'altare, prima, e della cappella, poi, del Crocefisso adornati dalla superba statua raffigurante il Cristo crocifisso che tuttora si può ammirare e che venne ritenuta subito come prodigiosa, per i numerosi miracoli ad essa attribuiti.
Si tratta di una serie abbastanza cospicua di interventi miracolosi che la fede popolare attribuì con sicura certezza all'opera divina e, in particolare, al Crocefisso, la cui stupenda statua, imponente nella sua superba bellezza, attrasse l'ammirazione e la venerazione dei fedeli che in ripetute occasioni pregarono ai piedi di quella immagine per i loro bisogni spirituali e (più spesso) materiali, chiedendo o la pioggia per i campi nel corso dei frequenti periodi di siccità, o la preservazione dai rischi di eventi naturali, come terremoti o epidemie.
Non è nostro compito, in questa sede, discutere di questi prodigi ed interventi ritenuti miracolosi, a noi qui spetta solamente di tradurre in parole il senso di una fede radicata nell'animo popolare ed alimentata, nel corso del tempo, da pratiche ed atteggiamenti estrinsecatisi in una devozione non comune e tenacissima, al punto tale che il culto del Crocefisso, fin dalla metà del XVIII secolo, divenne dominante rispetto a quello di San Michele Arcangelo, patrono della città. Lo studio di questa devozione è stato già affrontato nel passato dal prof. Gaetano Andrisani che ad essa ha dedicato un opuscolo nel quale la ricostruzione storica della devozione si sposa ad un singolare amore per Marcianise e per le sue tradizioni (139), a noi non resta che dire della cappella eretta all'interno della chiesa e spaziare brevemente, quando ci sarà concesso, sulla storia della festa cittadina connessa a questo culto particolare che tuttora accentra l'interesse e la partecipazione dei marcianisani nel tradizionale appuntamento di settembre.

Ai primi del '700 il Capitolo della Collegiata di San Michele Arcangelo di Marcianise decise l'acquisto di una statua del Crocefisso per adornare l'altare delle Piaghe (il terzo della navata di sinistra) al duplice scopo di rafforzare la devozione per il mistero della crocifissione di Cristo e per accrescere le dotazioni artistiche del duomo che proprio in quegli anni (come si è notato in precedenza) assumeva una dignitosa veste decorativa e potenziava il suo patrimonio figurativo. Il primicerio era don Giacomo Gaglione, il quale personalmente, insieme ad altri canonici si recò a Napoli nella chiesa del Conservatorio dei fanciulli poveri, presso cui insegnava lo scultore Giacomo Colombo, autore di un maestoso Crocefisso in legno custodito nella chiesa stessa. (140)
Fu quello il Crocefisso che il primicerio Gaglione acquistò per il duomo di Marcianise. La statua venne benedetta nella stessa chiesa del Conservatorio dei Poveri in Napoli il 22 maggio 1706 dal canonico della Cattedrale di Napoli don Saverio Cuomo, alla presenza del primicerio Gaglione.
L'atto di benedizione è tuttora conservato nell'Archivio Capitolare del duomo di Marcianise: da esso si desume tra l'altro che il nome di battesimo del Colombo era appunto Giacomo, e non Nicola, come indicato dall'Andrisani. (141)
La statua, trasportata a Marcianise, fu collocata, come già si è detto, sull'altare detto delle Piaghe, da tempo preesistente, come testimoniano i legati per messe che rimontano alla metà del '600, ed immediatamente dopo dovè prendere piede la particolare devozione verso il Crocefisso, rafforzata ben presto dalla fede in interventi reputati subito come prodigiosi, tanto che si sentì impellente il bisogno di dare più degna sistemazione alla statua stessa e al luogo che l'ospitava, mediante abbellimenti di varia natura della zona ov'era sistemato l'altare delle Piaghe. Nel 1779, infatti, venne decisa la costruzione in marmo dell'altare, finanziata con i fondi donati spontaneamente dai marcianisani in segno di riconoscenza per l'intervento miracoloso del Crocefisso nella primavera di quello stesso anno in occasione di una terribile siccità.
Su questo episodio siamo abbastanza bene documentati, perchè esso è stato trascritto nella Platea capitolare, stesa, ricordiamo, nel 1781, cioè ad appena due anni dal fatto. Qui è detto infatti che:
«Nell'anno 1779 nel mese di aprile, dopo molte pubbliche penitenze fatte per placare lo sdegno di Dio che da sette mesi ci aveva privati di pioggia, ed il grano nella campagna aveva le radici fuori di terra per li continovi venti e lo stelo era così sottile come quello del fieno, aperta detta nicchia e dopo molte e varie preghiere e riclami del popolo di Marcianise, e paesi vicini, il Crocefisso fu portato processionalmente per tutte le strade ed il dì seguente furono esauditi di acqua salutare tale che in quell'anno la raccolta fu doppia, poichè ogni moggio fruttò da venti sino a trenta: cosa inaudita da secoli».(143)
Questo episodio raffermò ulteriormente la fede dei marcianisani nei confronti dell'immagine, ritenuta prodigiosa, sicchè il popolo di Marcianise offrì spontaneamente prodotti della terra e denaro per una festa che venne celebrata il 16 giugno del 1799 con larga partecipazione di folla; parte del denaro così raccolto venne inoltre utilizzato per la ristrutturazione e l'arricchimento decorativo dell'altare delle Piaghe, ormai comunemente definito del Crocefisso.
Fu in questa occasione che venne eretta la primitiva cappella e costruito il nuovo altare in marmo.
A questo proposito c'è da dire che nei Registri delle Conclusioni Capitolari c'è ricordo di queste opere nelle deliberazioni del 27 agosto 1779 e del 27 ottobre 1780, con le quali venne approvato dal Capitolo il conto delle spese occorse per la già ricordata festa del 16 giugno 1779, ammontante a «docati trentatre e carlini quattro»; mentre i restanti «docati cinquantadue e grana sessantasei» (del totale di ottantasei ducati raccolti come offerta spontanea del popolo di Marcianise) vennero utilizzati per pagare le spese della costruzione della cappella e dell'altare di marmo.(144)
Questi lavori di ristrutturazione della zona erano comunque conclusi nel 1781, data di stesura della platea, che ricorda la sistemazione della cappella descritta con queste parole:
«Dopo il Coro d'inverno vi è un arco del quale si appoggia una cupola; sotto vi è il terzo altare detto delle Piaghe, oggi del Crocefisso, di marmo lavorato con vari colori con due gradini ed un Tabernacolo anche di marmo foderato di rame indorato, quale altare così fornito costò circa dotati ducento (145); denaro raccolto dalla questua del grano, canape e altro nell'anno 1779. . . .

Sopra detto altare vi è una nicchia con Crocefisso, opera del famoso Colombo con una statua della Vergine Addolorata a destra e la statua di San Francesco Saverio a sinistra, con porta avanti di grossi cristalli con una cimasa da dove scende un panno di armisino per coprire detta nicchia; sopra detta cimasa vi è un quadretto coll'immagine di San Carlo. Avanti a detto altare, e proprio sotto l'arco della navata maggiore vi è un ferro lavorato che sostiene cinque lampade». (146)
Il culto verso il Santissimo Crocefisso trovò poi ulteriori motivi di conferma in numerosi eventi e momenti particolari della vita cittadina che spinsero i marcianisani a rivolgersi alla miracolosa immagine fatta oggetto di una devozione particolarmente intensa.
Questa storia, per chi la guarda con occhi non passionali, non è sicuramente dissimile da tante altre vicende di uguale contenuto che coinvolgono i paesi del sud ove il «prodigioso» si spiega anche come unica forma di «difesa» nei confronti di eventi imprevedibili che sfuggono al dominio dell'umano, come nel caso appunto di siccità, carestie, terremoti, epidemie: ed è sicuramente questa la spiegazione antropologica più propria che dà ragione anche del fenomeno che abbiamo dinanzi; ma questo, però, non inficia, a nostro giudizio, il senso più profondo di quella stessa storia che è animata da, tale fede e crea una «cultura» su cui sarebbe certamente azzardato esprimere un giudizio di valore, sicuramente arbitrario avanzarne uno negativo: allo storico, infatti, non resta che registrare tali vicende per connetterle alle motivazioni profonde che le hanno consentite e che sono, nel nostro caso, quelle di una diffusa mentalità di fede che, se può spingere talvolta a forme di superstizione, testimonia, comunque, il radicarsi nell'anima popolare di una lezione e di una mentalità che non può essere disconosciuta, per quanto possa apparire in qualche modo ingenua.
Dunque intorno al Crocefisso i marcianisani si raccolsero ancora più volte: nel luglio del 1805 in occasione di alcune scosse di terremoto; nel 1823 per implorare di nuovo la pioggia dopo mesi di siccità; nel 1837 in occasione dell'epidemia di peste; nel 1884 per la liberazione dal colera; nel 1906 per l'eruzione del Vesuvio. (147)
Momenti numerosi, come si vede, che testimoniano tutti la continuità di un unico, tenace rapporto di fede.
Tra questi momenti, un posto di particolare rilievo è da assegnare alla epidemia del 1837 e all'impetrato intervento del Crocefisso che spinse i marcianisani ad istituire una festa annuale a ricordo del fatto. Fu l'Amministrazione comunale a prendere in quella occasione l'iniziativa di fissare al 25 luglio la data della annuale festività, che venne ratificata dalle Autorità laiche e religiose. Queste ultime, sollecitate anche grazie all'intervento del Capitolo del duomo, stabilirono appunto il 25 luglio come festa di precetto. L'assenso del Capitolo venne concesso con deliberazione datata 17 novembre 1837. (148)
A questa data, dunque, bisogna ascrivere l'inizio della tradizionale festa del Crocefisso che tuttora si organizza a Marcianise, sia pure non a luglio, ma a settembre.
Per quanto riguarda tale spostamento di data, comunque da connettere alla festa dell'Esaltazione della Croce che cade appunto il 14 settembre, c'è da dire che esso dovette intervenire abbastanza presto: già venti anni dopo l'istituzione degli annuali festeggiamenti troviamo che essi avevano luogo in settembre. In una nota «ad futuram rei memoriam», infatti, trascritta nel Libro delle Conclusioni Capitolari del 1857 trovo che «il Capitolo rientrò nella sua Sacrestia il giorno 13 settembre 1857, giorno della festività del Santissimo Crocefisso». (149)
Il rientro cui qui si allude riguarda la presa di possesso dei locali della sacrestia del duomo dopo gli importanti lavori di restauro e ristrutturazione terminati, appunto nel 1857, di cui si dirà in seguito.
Dal 1857 si può dunque pensare che trae origine l'uso della pratica della festa del Crocefisso a settembre, uso quest'ultimo evidentemente imposto dal fatto che il periodo di inizio settembre meglio consentiva la partecipazione popolare altrimenti impedita dal fatto che a fine luglio i molteplici lavori agricoli (e soprattutto quelli relativi alla faticosa coltivazione della canapa, da secoli in uso a Marcianise) occupavano pressochè ininterrottamente per l'intera giornata la quasi totalità dei marcianisani la cui attività prevalente era appunto quella agricola.
Peraltro il ricordo del 25 luglio non è scomparso: ed è infatti in questo giorno che viene fissata ufficialmente la data della festa di settembre, con la caratteristica cerimonia dell'alzata della «bandiera» in piazza Umberto I nei pressi della casa comunale.
Ancora in questi anni le cronache ricordano alcuni restauri operati alla cappella del Crocefisso che peraltro modificarono di poco il suo assetto già definito nel 1781. Un documento del 1846 ci informa degli arredi della cappella (150) ed un altro del 1858 ci fa conoscere la deliberazione del Capitolo per l'acquisto di una lesena rossa sempre per la detta cappella. (151) Questi lavori furono- probabilmente deliberati a seguito dei danni subiti dalla chiesa (ed anche dalla cappella del Crocefisso) per il terremoto del 17 dicembre 1857 che, ancora una volta, vide i marcianisani correre ai piedi del Crocefisso per implorare il suo soccorso.
Il canonico Nicola De Paulis, in quell'anno segretario del Capitolo, aggiunse nel Libro delle Deliberazioni di quell'anno una nota a ricordo dell'episodio:
«Ad futuram rei memoriam. Nella notte che precede il dì 17 dicembre 1857 alle ore cinque italiane precise vi fu scossa di tremuoto, e dopo cinque minuti vi fu replica. La scossa consistette in 6 ondulazioni da oriente ad occidente, la replica nello stesso senso fu di 8 ondulazioni.
Li fabricati in generale e senza eccezione non patirono danni. La nostra chiesa di San Michele nella navata della Madonna (152) ebbe qualche fessura, riaprendosi le antiche, effetto del tremuoto del 26 luglio 1805.
Li canonici recitarono la litania di tutti i Santi nell'Ufficio dopo Lourdes e cantarono una messa votiva al Santissimo Crocefisso con gran concorso di popolo che all'elevazione dell'Ostia proruppe in clamoroso pianto. Il Signore Dio ci fece la grazia di liberarci da ulteriori repliche». (153)
Questi fatti miracolosi, quindi, o ritenuti tali, animarono ulteriormente la volontà popolare nel raccogliersi annualmente ai piedi della statua per una festa cittadina che, fin dai primi tempi, assunse i caratteri di un appuntamento di fede, coinvolgente l'intera popolazione di Marcianise e dei centri vicini.
Questa tradizione è attualmente ancora ininterrotta, per quanto abbia perduto molto dell'intensità religiosa iniziale, anche perchè, man mano che si andava avanti con gli anni, su quell'originario ceppo religioso e devozionale si sono innestati elementi, in qualche maniera, estranei, di natura spettacolare, o addirittura, politica che, in qualche occasione, hanno dato luogo a degli episodi rimasti nella storia di questa festività come dati, se non negativi, sicuramente non edificanti: in questa sede ne ricorderemo qualcuno.
La gestione, per così dire, della festa del Santissimo Crocefisso (fin dal suo sorgere) venne tenuta in mano del Capitolo del duomo di Marcianise, il quale annualmente nominava una commissione composta di tre canonici e due laici cui era affidato il compito operativo della organizzazione dei festeggiamenti.

Commentaires