L'ultimo offensivo e vile oltraggio perpetrato ai danni del meraviglioso gruppo marmoreo di Onofrio Buccini dedicato alla Carità nella piazza omonima di Marcianise è come una ferita al cuore. E' stato danneggiato il bastone del vecchio mendicante, un vandalismo ripetuto perché già nel passato il bastone era scomparso. Era stato rimesso in sede dopo un restauro curato negli anni scorsi durante l'amministrazione guidata dal sindaco Antonio Tartaglione nel 2010. In quella circostanza si adoperò molto il dott. Filippo Topo, allora assessore, per l'autorizzazione della Soprintendenza e il nulla osta per la collocazione in sede del bastone opera di Nicola Erboso E ciò che fa più rabbia è il fatto che sarà difficile che si possa risalire al colpevole o ai colpevoli, in mancanza di telecamere di cui non ci si è (si scopre adesso) mai preoccupati di dotare la piazza a protezione di un monumento esprimente l'indole, il carattere, lo spirito più profondo dell'anima marcianisana educata alla virtù della carità da secoli di tradizione solidaristica che il marcianisano Onofrio Buccini ha superbamente espresso nel suo capolavoro.
A questo monumento ho dedicato un paragrafo del mio volume "Il potere della miseria" che illustra le vicende legate alla realizzazione dell'opera e che si trascrive di seguito.
****************
"Tre anni prima della morte di Giovan Battista Novelli e quindi nel 1878 la Congregazione di Carità di Marcianise aveva portato a compimento il progetto per l'erezione di un monumento a se stessa e alla sua opera: è il monumento dedicato alla carità che tuttora si può ammirare nella omonima piazza di Marcianise, opera dello scultore marcianisano Onofrio Buccini, tra l'altro esecutore anche del monumento a Luigi Vanvitelli che sorge nella piazza omonima di Caserta e realizzato più o meno nello stesso periodo del gruppo marmoreo di Marcianise42.
L'idea di un monumento rivolto ad esaltare la virtù della carità era venuta agli amministratori della Congregazione già nel corso del 1869, anno in cui essa fu esternata al Buccini, nel momento in cui, come si è visto sopra, la Congregazione dava luogo al potenziamento dei sui istituti assistenziali con l'inaugurazione, avvenuta proprio in quell'anno, dell'Asilo infantile.
In una lettera autografa dello stesso Buccini, datata 22 ottobre 1870, indirizzata al prefetto di Caserta, Giuseppe Colucci, lo scultore chiarisce tale circostanza: "Nello scorso anno, alcuni componenti la Congrega di Carità della mia patria, mi esternarono il desiderio di innalzare un monumento in marmo, rappresentante il simbolo della carità nell'atrio di quella chiesa e mi incaricarono oralmente di elevarne un bozzetto col relativo progetto di posa"43.
Tale bozzetto rappresentava però un'idea originaria di Buccini che egli successivamente modificò in quella definitiva; ma vediamo, leggendo le sue parole, quale essa fosse: "il monumento rappresenterebbe la statua della Carità oltre il vero, con pargolo fra le braccia che sazio di sussistenza, rimane addormentato, mentre ella amorosa lo vagheggia, con altro fanciullo che si avviticchia alla veste, intercedendo dalla madre protagonista" 44
Dunque una madre che allatta un infante con un altro bambino che a lai si rivolge ai suoi piedi: un’idea compositiva che il Buccini mantenne fino al 1874, quando decise di modificare il soggetto ed anche di spostare la collocazione del monumento, inizialmente individuata, come si è visto, nell’atrio della chiesa dell’Annunziata.
Ma ritorniamo ancora pèer un momento alla lettera scritta al prefetto Colucci: nell’ottobre del 1870 la realizzazione dekl monumento, il cui bozzetto egli aveva già inviato agli amministratori della Congrega nell’autunno del 1869, gli sembrò in forse, per l’opposizione mostrata da Giovab Battista Novelli, allora presidente della Congregazione di Carità.
Nella lettera in questione in pratica Onofrio Buccini lamenta che
"il presidente della Congrega per una mal intesa economia non vorrebbe aderire alla espletazione dell'opera" e questo nonostante che il sindaco del tempo, che era il notaio Nicola Gaglione, si fosse mostrato favorevole a concorrere con fondi del Comune alla spesa: "Il signor sindaco locale -così scriveva sempre Buccini- che è pure componente della Congrega, per animare l'opera ha offerto il concorso del Municipio, tanto più che il pubblico di Marcianise è in attenzione di veder sorgere il monumento, il quale illustrerebbe la patria sì per la sua sublimità, come anche perché fatto da un loro concittadino. Il signor sindaco nonché i Componenti della Congrega sonosi spiegati con me affermativi e non han potuto (siccome mi hanno confidato in segreto) deliberare formalmente, per non contrariare direttamente l'Onorevole presidente della Congrega di Carità sig. Giovanni Novelli, che essi stimano immensamente"45.
In realtà alla stima si sarebbe dovuto aggiungere anche il timore nutrito nei confronti dal potentissimo canonico la cui opposizione (e questo Buccini lo sapeva benissimo) si sarebbe forse potuto vincere solo con qualche pressione di un personaggio autorevole quale era appunto il prefetto al quale lo scultore marcianisano si rivolgeva: "La signoria vostra illustrissima, non come il Prefetto di Terra di Lavoro, ma come il commendatore Colucci, non avrebbe al certo una negativa dal sig. Novelli se gli dirigesse un rigo, od una parola o direttamente o per mezzo di altro di Lei dipendente: vengo assicurato che il sig. Novelli non solo serba verso di Lei profonda stima, ma anche intrinseca amicizia"46.
L'intervento del prefetto Colucci, sollecitato da Buccini, sortì l'effetto sperato e qualche mese dopo la stesura di questa lettera, il 9 marzo 1871, si giunse alla firma del contratto, sottoscritto naturalmente da Onofrio Buccini e dal presidente della Congregazione di Carità, Giovan Battista Novelli insieme anche agli amministratori Luigi Tartaglione e Pasquale De Franciscis. Ma l'atto vide la firma anche del sindaco di Marcianise, Nicola Gaglione e degli assessori municipali Michelangelo Tartaglione e Pasquale Adinolfi, in quanto il Comune si rendeva garante di parte della spesa per il monumento, e del costo del basamento.
Nel documento si affermava che "il concittadino signor Buccini Onofrio, ansioso di consacrare una sua opera alla Città di Marcianise, in cui ebbe i natali, con acclusa memoria del 28 novembre 1869, faceva progetto a quel Municipio e Congregazione di Carità per la erezione di un monumento in marmo esprimente il gruppo della Carità da situare nella piazza che è così denominata di prospetto alla monumentale chiesa della Casa Santa dell'Annunziata»47
In merito al prezzo si riaffermava che Buccini "coll'idea di regalare alla patria sua l'opera... ne restringeva la spesa per il solo monumento a lire diecimila, comunque il lavoro avrebbe superato di molto tale cifra"48: per il pagamento si conveniva che la Congregazione avrebbe saldato il grosso della cifra, per la precisione lire 9.250, mentre il Municipio avrebbe pagato le restanti 750 lire; a carico del comune però restava anche la spesa "del basamento e della fontana pubblica sottostante"49.
Questo riferimento alla fontana e quello relativo all'indicazione del posto ove collocare il monumento (di prospetto alla chiesa dell'Annunziata) fanno capire, come meglio si vedrà più avanti, che la primitiva collocazione del gruppo marmoreo fosse quella della zona antistante il palazzo Tartaglione, quindi sul lato sud della piazza, con la sostituzione della fontana con i delfini che sarebbe stata incorporata in qualche maniera nel basamento del monumento stesso, il cui costo venne quantificato in lire 6.298,02, queste, come si è detto, interamente a carico del Comune.
Il soggetto da raffigurare ancora affermato in questo contratto era sempre quello originario che prevedeva la figura di una giovane madre che allattava un bambino con un altro che le si stringeva alle gambe50.
Il termine per la consegna del lavoro veniva fissato in trenta mesi dal 9 marzo 1871 e quindi l'opera avrebbe dovuto essere pronta per il settembre 1873; per il basamento "si ripromette pure il lodato signor Buccini di approntare in detto termine il basamento in marmo e pietrarsa con la sottoposta fontana pubblica lavorando egli stesso gli ornati in due grandi mascheroni laterali o altre figure equivalenti nonché al putto di fronte sgorganti acqua"51.
Allo scadere dei trenta mesi fissati dal contratto, però, non solo l'opera non era stata ancora realizzata, ma addirittura Buccini aveva deciso di cambiare completamente il soggetto e chiedeva alla Congregazione (siamo ormai nel marzo 1874) l'autorizzazione a proseguire in ordine alla nuova idea compositiva ed anche al pagamento delle maggiori spese che il nuovo monumento avrebbe comportato (lire 5.628 in più rispetto al precedente preventivo), per l'acquisto, così si giustificava lo scultore, non più di un solo blocco di marmo, ma di due.
Tali richieste vennero entrambe accolte nel nuovo contratto sottoscritto il 30 marzo1874 tra il Buccini e il presidente della Congregazione che era stavolta Alessandro Novelli, assistito dagli altri membri della Congregazione Pasquale De Franciscis, Nicola Gaglione, Alessandro Tartaro e Luigi Tartaglione.
Stavolta non intervenne per la sottoscrizione del nuovo contratto
alcun rappresentante del Comune, evidentemente perché le condizioni relative al municipio, obbligato a pagare, come si è visto, le 750 lire a completamento della somma di lire diecimila e le 6.298,02 per il basamento, non cambiavano affatto con il nuovo soggetto.
Così è scritto nel contratto in questione:
"L'anno 1874, il giorno 30 marzo nella città di Marcianise, radunatasi in tornata ordinaria la Congrega di Carità nel solito locale di amministrazione, rappresentata dal signor Novelli cavalier Alessandro, presidente e componenti sig. De Franciscis, Gaglione, Tartaro e Tartaglione e coll'assistenza del sottoscritto segretario (che era Luigi Fuccia, ndr). Tra le altre ha dato lettura il lodato presidente di una istanza da parte dello scultore Buccini Onofrio, con la quale faceva rilevare che nel contratto stipulato tra esso, questa Congrega di Carità e il Municipio egli si obbligava a formare un monumento in marmo, la Carità, consistente in una giovine tenente nelle braccia un bambino poppante ed un altro ad essa avviticchiato, espressione di amor materno, per lo prezzo di lire diecimila, ma egli, studiato maturamente che tale concetto non era adatto al luogo dove dovea innalzarsi il monumento in parola e precisamente nella piazza Carità che à di prospetto Istituti di beneficenza come Ospedale ed Asilo di mendicità, e volendo dare al pubblico lavoro espressione del simbolo della virtù della carità, egli, dietro severi studi giunse a plasmare un altro concetto, consistente in una giovine con davanti un mendico che affranto dalla fatica e dagli anni chiede un tozzo di pane e che per siffatto trasformamento di idea non più era sufficiente un solo blocco di marmo e la stessa spesa, come per la effettuazione del primo monumento, ma invece due blocchi di marmo e maggiore spesa ammontante a uno a lire 5.628 in più del primo"52.
In merito alla importante modifica dell'idea originaria, in pratica totalmente sostituita, va detto che evidentemente Buccini dovette giungere alla conclusione che l'atto di elemosina fosse più consono ad esprimere l'idea della carità di quanto non fosse invece il gesto affettuoso dell'allattare e del proteggere i figli da parte di una giovane madre: ed indubbiamente sul piano concettuale ed anche su quello compositivo il secondo e definitivo soggetto appariva sicuramente più espressivo dell'idea artistica fondante e più in sintonia con le esigenze anche della committenza.
Ma la storia della costruzione del monumento non si esaurì a questo punto: nell'atto sottoscritto il 24 febbraio 1876 si decise la collocazione dell'opera non più al posto della fontana, ma all'interno del recinto dell'Annunziata, più o meno nel luogo ove attualmente si trova, anche se se ne decideva il posizionamento con un orientamento diverso da quello definitivo.
Insomma a distanza di due anni dal precedente contratto, con il quale il Buccini aveva proposto la variante approvata al soggetto originario, è da pensare che lo scultore avesse ormai completato l'opera, tuttavia essa era ancora nel suo studio di Napoli e non ci si decideva a collocarla a Marcianise, soprattutto per il fatto che le amministrazioni committenti ancora non avevano proceduto al pagamento secondo le scadenze minuziosamente indicate nel contratto stesso: Buccini avanzava crediti sia sulla parte già decisa in relazione al primitivo progetto, sia sulla parte aggiunta successivamente.
Con l'atto del 24 febbraio 1876 in pratica vennero appunto definite tali questioni finanziarie e la collocazione pressoché definitiva del monumento stesso.
In ordine al primo punto fu stabilita la concessione di un pagamento straordinario di lire mille da saldare nel corso dello stesso anno 1876 "sol quando tutti i massi del lavoro saranno stati portati sul luogo e siasi iniziato il lavoro stesso, onde così abbia l'Amministrazione abbastanza guarentigia e sicurtà dell'eseguimento"53.
Altre 2.000 lire il Buccini avrebbe percepito al 31 gennaio 1877 ed altre 2.000 ancora al 31 gennaio 1878, mentre la somma residua di lire 1.499,35 sarebbe stata saldata a rate mensili di lire 100 a partire dal settembre 1876.
Il costo dunque totale del monumento a carico della Congregazione di Carità di Marcianise sarebbe stato di lire 14.050, esclusa naturalmente la quota di lire 6.298,02 che era il costo del basamento per il quale il Comune si impegnava al saldo prevedendone la spesa nel bilancio finanziario relativo all'anno 1877.
Questo atto fu sottoscritto, oltre che da Onofrio Buccini, dal presidente della Congregazione, Alessandro Novelli e dai componenti Luigi Tartaglione, Alfonso D'Ambrosio, Alessandro Tartaro; per il Comune, nell'assenza del sindaco Nicola Gaglione, firmò l'assessore anziano Tommaso Messore. Ma il documento venne sottoscritto anche dagli "ingegneri municipali" Giuseppe Barone, Giovan Battista Argenziano e Angelo Ferraro, chiamati ad esprimere il loro parere soprattutto in merito alla collocazione.
A questo proposito tutti i convenuti, con l'eccezione di don Luigi Tartaglione, accettarono la proposta avanzata proprio dall'ing. Giuseppe Barone, consulente del Comune fatto arrivare appositamente da Napoli, di collocare il monumento invece che al posto della fontana (che fu così salvata) nello spazio antistante il sagrato dell'Annunziata.
Così si legge nell'atto in questione:
"L'ing. Barone propone che il monumento sia piazzato col prospetto di fronte al locale delle riunioni dell'Amministrazione e propriamente prendendo per centro l'incontro dei due assi del primo cancello verso la via Atella, precisamente quello dell'Ospedale e l'altro della Congrega di Gesù e Maria e ciò nella idea di armonizzare il meglio possibile il monumento con gli edifizii i circostanti"54
Fu questa l'opinione accettata da tutti, tranne che da don Luigi Tartaglione, membro dell'amministrazione della Congregazione, ma anche rettore della chiesa dell'Annunziata, al quale invece «pareva essere assai più opportuno situarlo nel centro della piazza entro il cancello e di prospetto alla strada', che fu poi l'idea che alla fine venne realizzata, in parte, almeno per quanto riguarda l'orientamento del gruppo marmoreo.
Alla fine di aprile dello stesso 1876 i lavori relativi al basamento erano stati pressoché conclusi e la Congregazione con delibera del 1 maggio liquidava a Buccini 500 delle 1.000 lire di anticipo sul credito residuo, provvedendo successivamente con altra delibera in data 1 luglio dello stesso anno a liquidare le altre 500 lire55.
Non restava che collocare il monumento sul basamento, cosa che avvenne nell'autunno del 1877, mentre lo scoprimento del gruppo avvenne, senza alcuna cerimonia ufficiale, nell'aprile del 1878.
Salvatore Delli Paoli
NOTE
42 Ad Onofrio Buccini (Marcianise 1825 - Napoli 1896) ha dedicato uno studio Salvatore Costanzo.
S. COSTANZO, Onofrio Buccini e la scultura napoletana dell'800, Clean edizioni, Napoli, 1993.
43 La lettera, datata "Dalla Villa Nazionale di Napoli 22 8bre 1870"è in Archivio di Sato Caserta, Fondo Opere Pie, F. 324, f. 25.
44 Ivi
45 Ivi
46 Ivi.
47 Scrittura privata in data 9 marzo 1871 in ASC, Fondo Opere Pie, F. 324, f. 25.
48 Ivi.
49 Ivi.
50 "Il signor Buccini Onofrio si compromette e contrae l'obbligo di eseguire in marmo il monumento consistente in una statua colossale che esprime la Carità avente sulle braccia un pargoletto saturo di latte in atto di addormentarsi ed un altro fanciullo avviticchiato alla stessa intercedendo".
Ivi.
51 Ivi
52 Deliberazione della Congregazione di Carità di Marcianise in data 30 marzo 1874, in ASC, Fondo Opere Pie, E 324, f. 25.
53 Deliberazione della Congregazione di Carità di Marcianise del 24 febbraio 1876, in ASC, Fondo Opere Pie, F. 324, f. 25.
54 Ivi.
55 Deliberazioni della Congregazione di Carità di Marcianise in data 1 maggio 1876 e 1 luglio 1876, in ASC, Fondo Opere Pie, E 324, E 25.
da Salvatore Delli Paoli, Il Potere della Miseria. La Congregazione di Carità di Marcianise tra Ottocento e Novecento, Stampa Sud, Curti 1998 (ristampa 2002), pp. 89-96.
Comments